Acidità di stomaco? Scopriamo perché insorge e come intervenire

Può succedere che le ghiandole dello stomaco producano un sovrappiù di acidi cloridrici: in tal caso, si crea nell’ambiente gastrico una condizione di eccessiva acidità. È questa situazione a causare, ad esempio, il bruciore a livello dello stomaco o pirosi gastrica, uno tra i sintomi più diffusi nelle patologie relative al tratto gastrico superiore. Le cause dell’acidità di stomaco e altri fattori predisponenti possono essere tenuti sotto controllo. Scopriamo insieme come.

Quali cause possono far insorgere l’acidità di stomaco?

“Che acidità!” molte persone lo dicono spesso, vero? Purtroppo, frequentemente, questa condizione può alterare leggermente un momento di convivialità trascorso a tavola con le persone che amiamo, perché si tratta di un disturbo fastidioso che può renderci timorosi a consumare alcuni cibi, fino a rinunciare. L’iperacidità gastrica o acidità di stomaco può essere la responsabile di una fastidiosa sensazione di bruciore percepita dietro lo sterno. Le ragioni in grado di favorire l’insorgenza di tale situazione sono:

Stress e routine poco regolare

Lo stress ha un ruolo nell’insorgenza dell’acidità gastrica, e spesso è connesso ad abitudini di vita convulso. Generalmente lo stress si accompagna ad abitudini alimentari sbagliate, scarse ore di sonno notturno, dipendenza da nicotina, alcool. Può risultare semplicistico ricondurre sempre tutto allo stress, eppure l’apparato gastro- intestinale risente molto delle nostre preoccupazioni e del nostro stato psico- emotivo.

Infezioni virali o batteriche

Possono essere riconducibili a infiammazioni provocate da infezioni di virus o batteri: ad esempio, l’Helicobacter Pylori è responsabile di alcune patologie gastrointestinali. Questo batterio può giungere nella mucosa dello stomaco, attaccandone le pareti e la mucosa protettiva, e rendendo sensibili le pareti gastroesofagee all’azione corrosiva dei succhi dello stomaco.

Assunzione frequente di alcuni farmaci

Anche l’assunzione troppo frequente di farmaci, come per esempio alcuni antinfiammatori, può essere correlato all’iperacidità. Infatti, alcuni di questi farmaci svolgono un’azione che può inibire la produzione di alcune sostanze protettive. In queste condizioni, la mucosa è priva delle proprie difese naturali, ed è così vulnerabile all’effetto dei succhi acidi con il rischio dell’insorgenza di ulcerazioni. L’utilizzo di antinfiammatori rende passibile la mucosa gastrica di aggressioni da parte dell’acido, provocando sintomi come per esempio la pirosi di stomaco.

Altre patologie

L’acidità di stomaco può essere spia di altre condizioni patologiche come ad esempio il reflusso, l’ulcera peptica e la gastrite.

Disturbi concomitanti

A volte l’iperacidità può essere intercorrente a ulteriori disturbi,  come ad esempio digestione rallentata, pesantezza gastrica e gonfiore e può essere correlata anche a rigurgito o reflusso acido.

Come possiamo attenuare l’acidità di stomaco?

Se siamo timorosi e desideriamo consultarci col nostro medico, è opportuno farlo: infatti, non è simpatico dover fronteggiare per lungo tempo questi fastidi che possono inficiare anche la nostra vita normale e i nostri momenti piacevoli a cena fuori. Non è il caso di dover rinunciare drasticamente ai cibi che amiamo, ma consumarli con parsimonia ed eventualmente sospenderne l’assunzione nelle condizioni di amggiore acidità. Tra i vari consigli di salute, in caso di problematiche gastriche come l’acidità, una strada percorribile è l’utilizzo di ciò che la natura può offrire a tavola. Due esempi:

  • Il carciofo vanta un alto valore nutritivo, contiene alcune, importanti vitamine (A, C, alcune del gruppo B, come B3, B1 e B2) e contiene anche sali minerali (calcio, potassio, ferro, fosforo). Inoltre, tale ortaggio è utile anche per le sue virtù “funzionali”. Infatti, il consumo di questo ortaggio digeribile contribuisce alla riduzione di gonfiore, meteorismo e pesantezza: favorisce il processo digestivo e la funzione del fegato. Inoltre, questa verdura contribuisce alla riduzione dei gas nell’intestino ed esercita funzioni depurative.
  • Non dimentichiamo il finocchio, utile a diminuire la sensazione di pesantezza gastrica e gonfiore (proprietà detta “carminativa”), favorendo la digestione, la normale motilità gastrointestinale e riducendo i gas.

Eliminiamo dalla dieta alimenti ad azione acidificante e irritante:

 

  • Alimenti grassi.
  • Tè e caffè.
  • Bevande gassate e ricche di zuccheri e dolcificanti.
  • Prosciutto crudo, salumi e insaccati.
  • Prodotti caseari grassi.
  • Carni lavorate e grasse.
  • Alimenti fritti o troppo salati..
  • Alimenti piccanti.
  • Cipolla, agrumi, frutti come kiwi.
  • Cibi e bevande eccessivamente caldi o freddi.

Seguiamo alcune buone abitudini:

 

  • Qualche idea per un pranzo digeribile: consumiamo un primo piatto con un antipasto di verdure in pinzimonio.
  • Consigli per la cena: un secondo piatto (pollo o pesce alla piastra o al vapore) con un contorno di verdure, come carote, patate, proprietà degli asparagi, broccoli, avocado (pur non essendo propriamente un ortaggio).
  • Evitiamo bevande o alimenti troppo caldi o troppo freddi, per non irritare ulteriormente la mucosa gastrica.
  • Mangiamo lentamente, masticando bene ogni boccone.
  • Evitiamo la pennichella pomeridiana subito dopo il pranzo, rallentando così la fase digestiva. Anticipiamo semmai l’orario della cena e aspettiamo che passino almeno -tre ore prima di coricarci. Infatti, la posizione coricata può favorire la risalita e la stagnazione dei succhi gastrici nell’esofago.
  • Attenzione al consumo regolare dei pasti che non dovrà essere discontinuo: non saltiamo i pasti, ma fissiamo orari regolari, per quanto ci è possibile e per quanto la nostra routine lavorativa lo consente.
  • Svolgiamo una moderata attività fisica, come ad esempio una passeggiata tranquilla, per favorire i processi digestivi.